teatro per l'infanzia e le nuove generazioni
L'Africa di Silvia Scotti
YAKOUBA E IL LEONE
di e con Silvia Scotti
maschere e oggetti di scena: Angela Pezzi
sedia: Donatello Galloni
costumi: Loretta Ingannato, Angela Pezzi
tipologia: teatro d'attore
età consigliata: dai 5 anni in poi
“Non saranno né la lancia né i sassi a renderti più forte del leone, sarà il tuo coraggio a fare la differenza”
YAKOUBA E IL LEONE è una una storia di iniziazione che trae i suoi riferimenti dalla cultura Masai e si allarga nello sforzodi raccontare le difficoltà e gli ostacoli che si incontrano nel percorso per diventare grandi. “Esprimi il tuo desiderio perché dove c’è sogno c’è sempre realtà”, questa è la frase che tutt’ora viene consegnata ai giovani nei villaggi, nel centro dell’Africa, prima di essere ammessi alla vita adulta. Il protagonista, come tanti altri coetanei desidera diventare guerriero e per raggiungere il suo desiderio “si mette in cammino”.
È un giorno importante al villaggio, intorno ai ragazzi, seduti immobili, incalzano i preparativi per una grande festa. I ragazzi sono in attesa, ognuno di loro desidera diventare guerriero valoroso e rispettato. Aspettano che il “clan degli anziani” affidi loro una prova e solo chi riuscirà a superarla diventerà guerriero. Inizia per il protagonista un viaggio solitario nella foresta: scopre i rumori della notte, l’inquietudine del buio, la ferocia degli animali; deve cercare un leone e lottare con lui per dimostrare a tutti il suo coraggio, ma il leone che incontra è già ferito. Può ucciderlo e diventare un guerriero agli occhi dei compagni, o accettare il patto di alleanza che il leone gli propone. Questa storia ha molti ingredienti in comune con le fiabe tradizionali: la dimensione del rito; l’eroe (il protagonista) che vuole acquisire un ruolo utile per la sua comunità; la figura del mentore (il nonno), che fra gli anziani del villaggio accompagna il protagonista; le prove da superare; l’incontro con l”altro”; l’antagonista (il leone); il confronto con la paura che fa scoprire risorse e capacità e il tema della scelta individuale. Di questi ingredienti non sono rimaste molte tracce nei percorsi di crescita dei ragazzi di oggi. Proprio per questo motivo lo spettacolo può incantare e colpire un giovane pubblico fatto di bambini e bambine che desiderano “diventare grandi”, non sanno come fare e acquisiscono sempre più in ritardo rispetto al passato autonomie e responsabilità, perché manipolati dai media o immersi in dinamiche complesse con gli adulti di riferimento. I giovani spettatori possono immedesimarsi nella sfida del protagonista: compiere una scelta, rinunciare al proprio desiderio e affrontarne le conseguenze. Si diventa guerrieri uccidendo senza fatica un leone già ferito?
Qual’è l’azione che davvero dimostra coraggio? Il protagonista mette a rischio il proprio desiderio, sicuro che “dove c’è sogno ci sia sempre realtà”.
L’attrice in scena narra la storia divertendosi a “mostrare” differenti personaggi. L’utilizzo essenziale della parola lascia spazio all’azione e alle immagini che vengono create. La maschera permette di dare corpo e voce alla presenza degli animali. Lo stile essenziale della scena lascia al pubblico la possibilità di entrare nel racconto e immaginarne i particolari.