teatro per l'infanzia e le nuove generazioni

| Chi siamo | Spettacoli | Teatri e rassegne | Corsi | Laboratori | Trasparenza | Contatti |



La ricerca di Quintoequilibrio


FELICIA




liberamente ispirato all’albo illustrato “Felicità ne avete?”, di Lisa Biggi e Monica Barengo, Kite edizioni
di e con: Stefania Ventura
regia, trainer e scene: Quinzio Quiescenti
marionetta ibrida: Giorgia Goldoni
luci: Gabriele Gugliara
Progetto vincitore del Bando Cura 2022
residenze artistiche/enti sostenitori:
Mirabilia Festival Europeo/Performing Lands 2.0 (CN), Arti e Spettacolo L’Aquila (AQ), Compagnia Dracma - Centro Sperimentale d’Arti Sceniche(RC)
Partner di residenza: Spazio Franco (PA), Giallomare Minimal Teatro (FI)
e con il sostegno di: Piccolo teatro Patafisico (PA), Chapitô Danisinni (PA)
tipologia: teatro di figura, teatro, danza
età consigliata: dai 6 anni in poi

Questa è una storia del bosco.
In questa storia ci sono gli animali del bosco e Felicia, che va ad abitare al limitare del bosco.
Gli animali sono preoccupati, dicono che Felicia è una strega brutta, sporca e cattiva!
Dicono che fa cose strane, che ruba loro la felicità!
Dicono che col suo arrivo ha rotto l’equilibrio del bosco!
Dicono che questa è davvero una brutta faccenda.
Dicono che che bisogna fare qualcosa, subito!
Tutti gli animali sono d’accordo. Proprio tutti? Questa è la storia di un problema che viene affrontato con uno scontro ma che si risolve con un incontro. Un problema che, forse, davvero problema non è…

[…] Fiaba dolce e amara, Felicia è immersa nel buio di un’ombra densa come la notte, così scura da non permettere di conoscere l’altro e riconoscersi in esso. A rischiararla è una duplice speranza: quella che vive nella voce di Ventura, nei suoi occhi spalancati a sondare cosa si celi oltre il pregiudizio; quella che anima le bellissime luci di Gabriele Gugliara, affilate come se filtrassero attraverso chiome di alberi. Fra questi si consuma, inevitabile, l’incontro. Dapprima è lotta, animata da una poeticità rupestre e dura. Tra versi ferini, il tasso-umano e la strega-marionetta (bellissima creatura di Giorgia Goldoni, sembra uscire dall’universo di Miyazaki) costituiscono un’entità inscindibile. Il corpo di Ventura, abitato dal suo personaggio e dalla marionetta, ne esce duplice; duplici diventano gesti e voce, sostenuti da una delicatezza tenera ma decisa. L’epilogo è lieto, ma non troppo. Come nella vita, anche nel bosco l’amicizia è un rischio: perdersi nell’alterità. Con fiducia. (Tiziana Bonsignore per Teatro e Critica)