teatro per l'infanzia e le nuove generazioni

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Gli spettacoli di Bradamante Teatro


PAOLO DEI LUPI




testo: Francesca Camilla D'Amico
regia: Roberto Anglisani
con: Francesca Camilla D'Amico
scenografia: William Santoleri
disegno luci: Renato Barattucci
la canzone originale “Brother wolf” è di Hannah Fredsgaard-Jones
con il sostegno di:
Oikos-Residenza per Artisti (Pescara, Città Sant'Angelo-PE)
Montagne Racconta (Montagne, Treville -TN)
Residenza Multidisciplinare della Bassa Sabina Terrarte 2019 (Montopoli, Poggio Mirteto, Salisano - RI)
Con il patrocinio del Parco Nazionale della Majella
tipologia: teatro d'attore
età consigliata: dagli 8 anni in poi

In un tempo non molto lontano, nella natura selvaggia degli Appennini, di lupi ce n'erano rimasti pochi ed erano tanto affamati. Paolo, un giovane biologo, insieme al suo fedele cane Orso, viene mandato tra quelle montagne per studiarli. Lo attendono notti all'addiaccio, sveglie all'ora dei gufi, attese e batticuori, ululati e sguardi selvatici. Dopo secoli di persecuzioni, i lupi hanno imparato l'arte del silenzio e per questo non è facile vederli. In paese c'è Simone, un bambino cresciuto con le storie del nonno sul lupo cattivo. Ma da quando Simone incontra Paolo non smette di pensare ai lupi e vuole conoscere la verità su di loro. La verità è nel bosco, dove la natura compie i suoi riti, dove si incontrano gli sguardi di due lupi, Fratello e Lama Bianca, dove nascono i cuccioli, nella tana sotto il grande faggio. Una minaccia si nasconde nel bosco, ha l'odore del tabacco, della caccia, di un mondo che impone il suo passo e nulla sa della natura selvaggia. Può l'Uomo restituire alla Natura quello che le è stato sottratto? Possono Umani e Lupi convivere pacificamente? Un sogno nasce allora tra le poesie di quel biologo, nell'ululato di un bambino, con il ritorno dei Cervi e dei giovani lupi che si riprendono l'Appennino.

Lo spettacolo trae ispirazione dalla vita del biologo e poeta Paolo Barrasso che partecipò, negli anni '70, al primo progetto per la salvaguardia del Lupo Appenninico in Italia: l' “Operazione San Francesco”. Lo spettacolo intende sfatare miti e false convinzioni sul Lupo, per favorire la conoscenza di uno degli animali simbolo delle nostre montagne e raccontare come l'uomo possa intervenire in maniera costruttiva sui delicati equilibri dell'ecosistema. Paolo Barrasso era uno scienziato ma anche un poeta, il suo amore per la natura lo aveva portato a volerla raccontare per farne conoscere le meraviglie e i segreti. Al rigore dello scienziato univa le qualità dal sognatore. Morì nel 1991 in un tragico incidente sul Monte Morrone mentre era sulle tracce degli orsi. Ma dove Paolo è passato, è tornata la vita...




PARTIGIANO PIUMA



testo: Francesca Camilla D'Amico
con: Francesca Camilla D'Amico
soundscape design: Isabella di Bartolomeo, Abruzzo Soundwalks
scene e costume: Elena Beccaro
collaborazione artistica: Dario Spadon
con il sostegno di:
Cooperativa Teatrale Prometeo
Passo Nord residenze artistiche di montagna Trentino Alto Adige/Südtirol
con il patrocinio di ANPI-Associazione Nazionale Partigiani Italiani - sezione provinciale di Pescara
tipologia: teatro d'attore
età consigliata: dai 12 anni in poi

Una fiaba neorealista ambientata fra boschi, accampamenti, sentieri. Protagonista è Lindo un ragazzino ribelle come solo sa essere chi, per esistere, è costretto a lottare. Riesce ad unirsi alla lotta partigiana grazie all'incontro con Roscio e Brado. I partigiani, dai nomi in codice più disparati, non sono proprio come se li era immaginati. Lindo, nome in codice Piuma, in fondo spera solo di trovare un vero amico di cui fidarsi e lasciarsi prendere per mano.




MONDOPANE
LA PICCOLA GRANDE RIVOLUZIONE DEL GRANO





testo e regia: Francesca Camilla D'Amico
con: Francesca Camilla D'Amico e Sebastian Giovannucci
tipologia: teatro d'attore e musiche dal vivo
età consigliata: dai 6 anni in poi

Chi dice pane dice storie, fame, civiltà, poesia. Prima del pane il grano, prima del grano l'umano selvatico e con il grano la nascita della civiltà. Chi dice grano dice semina, mietitura, canto. Tradizione e innovazione, generazione su generazione. Chi dice pane dice madre, mani, figli. Dice geografia che cambia, suolo che chiede voce. Chi dice pane dice mondo, dice terra, acqua, corpo. Voci che raccontano il pane che sa (ancora) di grano, nonostante molti non ne ricordino o conoscano il sapore; l'economia, il gusto, la piccola grande rivoluzione di chi torna o impara a farlo il pane, di chi infrange la prospettiva unica. In MondoPane un musicista e una narratrice cercano l'equilibrio sul filo del tempo tra storie antenate e storie di oggi, interrogandoci sul pane-mondo del futuro. Musica e canto, mantice e voce umana partono dalla tradizione orale per evolversi in direzioni più sperimentali, intessendo la spontaneità vocale dei vecchi cantori con sintetizzatore e loop station. Gesti sinceri e rituali arcaici in delicato ascolto procedono insieme alle storie, nello stesso sentiero.




MAJA




testo e regia: Francesca Camilla D'Amico
con: Francesca Camilla D'Amico
con il riconoscimento dell´UDI-Unione Donne in Italia e dalle Donne Vestine il 30/05/2017 a Penne (PE)
tipologia: teatro d'attore
età consigliata: dai 12 anni in poi

Un piccolo grande racconto che somiglia ad un album fotografico o ad una valigetta piena di ricordi dalla quale escono le voci di donne che hanno attraversato ogni giorno, a piedi, scalze, cantando, faticando, i campi del ‘900. “Maja” è interamente dedicato alla condizione della donna nella cultura contadina dalla fine dell’ Ottocento fino al secondo Dopoguerra. Il racconto è inframezzato da canti popolari femminili, leggende fiabesche legate alle montagne che a volte fanno da sfondo e a volte emergono quasi come personaggi: la Majella e il Gran Sasso, i due più alti massicci dell'Appennino. Un’attrice narratrice e una pianta di basilico, “Vasanicola”, per uno spettacolo dove teatro e storia si intrecciano con i fili della poesia, della sonorità del dialetto abruzzese misto all’italiano, senza dimenticare la "leggerezza" dell’incontro e della relazione. Uno sguardo alle nostre radici dimenticate, privo di nostalgia ma ricco di vitalità e di racconti che ripercorrono nascita, amore, lavoro, guerra, emigrazione, solitudine, sogni, cammini.