teatro per l'infanzia e le nuove generazioni
L'uragano Alice Bossi
IL NUOVO VESTITO DELL'IMPERATRICE

di e con Alice Bossi
regia: Antonio Brugnano
disegno luci: Alessandro Palumbi
scenografia e costumi: Martina Criconia
animazioni video: Federico Milan
tipologia: teatro d'attore, clown, video
età consigliata: dai 4 anni in poi
L’imperatrice Caterina vive nel suo palazzo sempre in compagnia di uno specchio magico che ha il compito di assicurarsi che la protagonista sia sempre rispettosa delle regole di comportamento e sempre esteticamente impeccabile. Lo specchio le permette di monitorare costantemente il suo aspetto e, se necessario, modifica il suo riflesso attraverso l’uso di filtri alla quale Caterina crede felicemente e senza alcun dubbio. Nel giorno del suo diciottesimo compleanno riceve il regalo più atteso, quello di suo papà: un vestito magico. Questo regalo la costringerà ad affrontare le sue paure e insicurezze in un percorso che farà emergere lati inattesi e sorprendenti della sua identità e che le farà scoprire che fidarsi di sé stessa ed esprimersi liberamente può dare il via a piccoli e grandi cambiamenti anche collettivi.
"E se invece del classico imperatore sciocco, che per estrema vanità non si accorge di essere nudo, ci fosse un’imperatrice con un grande vestito dalle mille sfumature e possibilità? E se invece di due sarti, che vogliono gabbarsi di lei e soprattutto di un bambino che, con la sua imberbe schiettezza, ne scoprisse tutta la sua vacuità, ci fosse uno specchio portentoso, che alla fine le mostrasse il suo vero volto e nel contempo l’aiutasse ad accettarsi così come è senza nessun infingimento? Tutti questi nuovi risvolti della celebre fiaba di Andersen sono presenti con inusitata forza teatrale per restituire ai ragazzi una preziosa indagine sul delicato rapporto tra immagine esteriore e identità interiore ne “ Il vestito nuovo dell’imperatrice” di Alice Bossi con la regia di Antonio Brugnano. Protagonista del nuovo spettacolo senza parole di Alice Bossi è la figlia dell’imperatore, Caterina, che nel giorno del suo diciottesimo compleanno, riceve dal padre un vestito magico, forse invisibile agli stupidi, con accanto uno specchio magico, suo fidato consigliere che controlla da vicino sempre come il suo portamento debba essere sempre perfetto e impeccabile. Vedremo che piano piano Caterina si accorgerà che avere un naso un po’ strano di cui si vergogna, non è mai poi così male: l’importante è accettarsi come si è, considerando bellezza quello che parrebbe il contrario, sfidando così soprattutto i pregiudizi degli altri. Alice Bossi, diretta dal fido Antonio Brugnano, dopo “La Bianca la Blu e la rossa” fa un ulteriore salto di qualità, governando felicemente con autorità il suo corpo anche in rapporto con gli oggetti che la circondano, attraverso una ricercata e originale clownerie, forse unica nel teatro ragazzi italiano, restituendoci senza parola alcuna tutte le sfumature del personaggio in modo originale, venato di ilare poesia".
- Mario Bianchi - Rivista EOLO RAGAZZI
LA BIANCA, LA BLU E LA ROSSA

di: Alice Bossi e Monica Mattioli
regia: Monica Mattioli
con: Alice Bossi
disegno sonoro: Claudio Giussani
luci: Alessandro Palumbi
costumi: Barbara Livecchi
scene: Luca Fontana
tipologia: teatro d'attore, clown
età consigliata: dai 3 anni in poi
E se un giorno arrivasse nella vostra città qualcuno proveniente da un altro paese? E se questo qualcuno fosse molto diverso da voi e venisse ad abitare proprio nell’appartamento vicino al vostro? Questa è la storia di una città dove tutto è blu. Blu, un monocolore che non è solo esteriore ma che si estende anche all’animo. Qui abita la Blu che, come tutti gli abitanti, vive secondo regole precise, in silenzio, in modo schematico e totalmente pianificato. Ogni giorno è uguale a quello prima e uguale a quello dopo. Ognuno vive per sé. Una mattina apparentemente uguale a tutte le altre mattine arriva in città la Rossa che giocando e divertendosi sconvolge totalmente l’ordine della città. Nessuno aveva mai visto quel colore e soprattutto nessuno dei blu aveva mai avuto il tempo di giocare né di divertirsi. La città entra nel panico e le forze dell’ordine cercano di isolare e imprigionare la Rossa. Per fortuna non c’è nessuna legge che impedisca ad un abitante di essere rosso, sia esteriormente che interiormente. La presenza della Rossa si rivelerà un tesoro per la Blu che scoprirà la forza della libera espressione, della creatività, della capacità di uscire dagli schemi, il coraggio di sperimentare e di aprirsi al diverso scoprendo nuove possibilità.
Una scatola magica, tre clownesse in un'unica attrice e una storia. Gag divertenti, movimenti scenici e l’illusione del mimo creano una magia surreale. Come se stessimo ascoltando una fiaba su un vecchio disco la storia prende vita attraverso un linguaggio sonoro e visivo ispirato alle fiabe sonore e al linguaggio comico, repentino e surreale dei cartoon. Un’attrice attraverso il linguaggio del corpo, del mimo e del clown interpreta tre clownesse, molto diverse tra loro, che agiscono su un tappeto sonoro di parole, musica, suoni e rumori quotidiani. La Bianca è la clownessa neutra che ha il compito di colorarsi e trasformarsi dando corpo alle due protagoniste della storia: la Blu e la Rossa. Due personaggi opposti nei ritmi, nello stile e nell’approccio alla vita. Dalla scatola esce letteralmente tutta la storia. Una scatola che apparentemente è normale ma che, con le tre clownesse, diventa magica. Non appena la Bianca ci entra, sembra che al suo interno ci siano botole profondissime, ascensori impazziti, funi alla quale aggrapparsi, tapis roulant, molle e rotaie. La scatola si apre, si gira, si trasforma nella casa della Blu e della Rossa, diventa il condominio dei blu e anche, ahimè, una prigione per la Rossa.
Con questo spettacolo vogliamo parlare ai più piccoli dell’incontro con qualcuno che è diverso da noi. Forse guardando bene, questo qualcuno non è così diverso. Forse di diverso ha solo il colore della pelle o lo stile di vita. Forse da questo qualcuno possiamo anche imparare qualcosa e rompere i nostri schemi fissi che ripetiamo senza neanche più sapere perché. Il diverso ci fa paura perché rappresenta qualcosa o qualcuno che non conosciamo. Solo attraverso l’incontro possiamo abbracciare nuove scoperte, arricchirci, arricchire e crescere insieme.