teatro per l'infanzia e le nuove generazioni
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Spettacoli
Nemmeno con un fiore
liberamente ispirato a Moravia, Maraini, Gaber
testo: Cristina Bartolini
adattamento scenico e regia: Sergio Galassi
con: Cristina Bartolini e Massimo Madrigali
disegno luci: Davide Bagni
musiche: Astor Piazzolla (1921–1992)
Credevamo che nella modernità saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza, eppure, uomini e donne che abitano la società del benessere si sentono spesso in uno stato di allarme. Persino la relazione tra uomo e donna, anziché rappresentare un approdo, genera spesso insicurezza, fragilità, ingiustizia. In questo quadro si inserisce, ad esempio, il fenomeno drammatico del femminicidio: nonostante diverse generazioni di donne si siano battute per la propria emancipazione e abbiano pensato, per un solo momento, di aver raggiunto alcuni traguardi, ecco che la cronaca costringe a rivedere le analisi e a tenere alta la guardia. Lo spettacolo cerca di proporre, con leggerezza e pudore, spunti di riflessione sul nostro vivere sociale, sulla necessità di vigilare sempre affinché ogni individuo conservi la propria libertà di esistere e la propria dignità, senza soperchierie, senza ricatti, sulla necessità di ritrovare la propria ‘umanità’ sepolta sotto tonnellate di disattenzione, di intolleranza, di colpevole ignoranza.
Per un pubblico a partire dai 13 anni
testo: Cristina Bartolini
adattamento scenico e regia: Sergio Galassi
con: Cristina Bartolini e Massimo Madrigali
disegno luci: Davide Bagni
musiche: Astor Piazzolla (1921–1992)
Credevamo che nella modernità saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza, eppure, uomini e donne che abitano la società del benessere si sentono spesso in uno stato di allarme. Persino la relazione tra uomo e donna, anziché rappresentare un approdo, genera spesso insicurezza, fragilità, ingiustizia. In questo quadro si inserisce, ad esempio, il fenomeno drammatico del femminicidio: nonostante diverse generazioni di donne si siano battute per la propria emancipazione e abbiano pensato, per un solo momento, di aver raggiunto alcuni traguardi, ecco che la cronaca costringe a rivedere le analisi e a tenere alta la guardia. Lo spettacolo cerca di proporre, con leggerezza e pudore, spunti di riflessione sul nostro vivere sociale, sulla necessità di vigilare sempre affinché ogni individuo conservi la propria libertà di esistere e la propria dignità, senza soperchierie, senza ricatti, sulla necessità di ritrovare la propria ‘umanità’ sepolta sotto tonnellate di disattenzione, di intolleranza, di colpevole ignoranza.
Per un pubblico a partire dai 13 anni