teatro per l'infanzia e le nuove generazioni
Spettacoli
Corpi al vento
di e con: Ilaria Gelmi e Antonella Ruggiero
disegno luci: Tea Primiterra
messa a punto del lavoro delle attrici: Roberto Anglisani
messa a punto del lavoro delle narrazioni fisiche: Elisa Cuppini
Una storia antica narrata da due corpi e due voci che si impastano, disgiungono, intrecciano, sovrappongono, fino a diventare un solo corpo e una sola voce. Una madre, Pasifae, la madre del Minotauro, Arianna, la prima figlia, famosa per il filo con il quale portò Teseo in salvo dal labirinto, Fedra, la seconda figlia, una donna che non può trattenere una passione che le sgorga da dentro. Donne cretesi, “le luminose” le chiamavano, tutte accomunate dallo stesso destino. Tutte fragili di fronte alle passioni d’amore, tutte vittime della stessa maledizione. Fragili, come la creta. Noi, donne, siamo tutte fatte di creta. Un mito classico in chiave personale, femminile, ironica e contemporanea. Creta è la culla di questa storia, un’isola circondata dal mare, il Mediterraneo. Il mare è anche lui protagonista, in questo racconto, attraverso il mare, l’amore arriva o si allontana. Due attrici/narratrici in scena: Antonella Ruggiero e Ilaria Gelmi, hanno creduto nella possibilità di sperimentare una forma diversa, rispetto alla narrazione tradizionale, che già praticavano nei loro spettacoli, raccontare insieme. Antonella è pugliese e Ilaria è emiliana. Non sono vicine fisicamente e questo poteva da principio sembrare un ostacolo. Hanno invece col tempo scoperto il piacere di incontrarsi in posti sempre nuovi, disposti ad ospitarle e ad accogliere il loro lavoro.
"...ci è molto piaciuto al Festival (di Vimercate 2020) l'incontro di due attrici di estrazione diversa, come la parmigiana Ilaria Gelmi, che avevamo già conosciuta per alcuni assoli, prodotti con il Teatro Evento, e la pugliese Antonella Ruggiero, già per altro stimata per alcuni lavori di Michelangelo Campanale, che, qui, sotto gli occhi di Roberto Anglisani in "Corpi al vento" intersecano in modo efficace, foriero di intense suggestioni, le vicende di 5 donne cretesi Fedra, Pasifae, Europa, Arianna e Antiope. Le due attrici vestite di turchese, come le onde di quel mare in cui si specchiano le storie che narrano, si muovono sul palco, avvicendandosi nel racconto, dialogando, attraverso poche parole, creando rumori e atmosfere, disegnando gli spazi con i loro corpi che all'occorrenza si avvicinano e si separano. Sono storie che si intrecciano, che si avviluppano, tra loro, che iniziano e che si interrompono, per continuare più avanti verso la loro naturale fine che la morte rende tutte eguali. Come nel labirinto di Minosse, dunque, qui il teatro si camuffa da filo per condurre, amorevolmente, per mano lo spettatore che, ogni volta, felicemente, si perde, per ritrovarsi stupito più avanti. ...onore al merito alle due interpreti, che incontrandosi hanno creato uno spettacolo di grande poesia, arricchito da un efficace visibilissimo lavoro sul movimento di Elisa Cuppini. Antonella e Ilaria narrano infelici storie di donne, la vicenda di Pasifae, la madre del Minotauro, di Arianna, si proprio quella del filo, tradita da Teseo, di Fedra, la di lei sorella, innamorata del figliastro Ippolito, di Europa, rapita da Zeus in forma di toro, di Antiope la regina delle Amazzoni, morta di morte violenta. Sono donne cretesi, fragili, come la creta; fragili, riverbera lo spettacolo, come le tante donne che ancora oggi sono tradite, violentate, uccise da uomini che credono di amarle, ma che, in verità, amano di gran lunga di più se stessi che le loro donne…" MARIO BIANCHI - Eolo-ragazzi
Per un pubblico di giovani dai 14 anni e adulti
disegno luci: Tea Primiterra
messa a punto del lavoro delle attrici: Roberto Anglisani
messa a punto del lavoro delle narrazioni fisiche: Elisa Cuppini
Una storia antica narrata da due corpi e due voci che si impastano, disgiungono, intrecciano, sovrappongono, fino a diventare un solo corpo e una sola voce. Una madre, Pasifae, la madre del Minotauro, Arianna, la prima figlia, famosa per il filo con il quale portò Teseo in salvo dal labirinto, Fedra, la seconda figlia, una donna che non può trattenere una passione che le sgorga da dentro. Donne cretesi, “le luminose” le chiamavano, tutte accomunate dallo stesso destino. Tutte fragili di fronte alle passioni d’amore, tutte vittime della stessa maledizione. Fragili, come la creta. Noi, donne, siamo tutte fatte di creta. Un mito classico in chiave personale, femminile, ironica e contemporanea. Creta è la culla di questa storia, un’isola circondata dal mare, il Mediterraneo. Il mare è anche lui protagonista, in questo racconto, attraverso il mare, l’amore arriva o si allontana. Due attrici/narratrici in scena: Antonella Ruggiero e Ilaria Gelmi, hanno creduto nella possibilità di sperimentare una forma diversa, rispetto alla narrazione tradizionale, che già praticavano nei loro spettacoli, raccontare insieme. Antonella è pugliese e Ilaria è emiliana. Non sono vicine fisicamente e questo poteva da principio sembrare un ostacolo. Hanno invece col tempo scoperto il piacere di incontrarsi in posti sempre nuovi, disposti ad ospitarle e ad accogliere il loro lavoro.
"...ci è molto piaciuto al Festival (di Vimercate 2020) l'incontro di due attrici di estrazione diversa, come la parmigiana Ilaria Gelmi, che avevamo già conosciuta per alcuni assoli, prodotti con il Teatro Evento, e la pugliese Antonella Ruggiero, già per altro stimata per alcuni lavori di Michelangelo Campanale, che, qui, sotto gli occhi di Roberto Anglisani in "Corpi al vento" intersecano in modo efficace, foriero di intense suggestioni, le vicende di 5 donne cretesi Fedra, Pasifae, Europa, Arianna e Antiope. Le due attrici vestite di turchese, come le onde di quel mare in cui si specchiano le storie che narrano, si muovono sul palco, avvicendandosi nel racconto, dialogando, attraverso poche parole, creando rumori e atmosfere, disegnando gli spazi con i loro corpi che all'occorrenza si avvicinano e si separano. Sono storie che si intrecciano, che si avviluppano, tra loro, che iniziano e che si interrompono, per continuare più avanti verso la loro naturale fine che la morte rende tutte eguali. Come nel labirinto di Minosse, dunque, qui il teatro si camuffa da filo per condurre, amorevolmente, per mano lo spettatore che, ogni volta, felicemente, si perde, per ritrovarsi stupito più avanti. ...onore al merito alle due interpreti, che incontrandosi hanno creato uno spettacolo di grande poesia, arricchito da un efficace visibilissimo lavoro sul movimento di Elisa Cuppini. Antonella e Ilaria narrano infelici storie di donne, la vicenda di Pasifae, la madre del Minotauro, di Arianna, si proprio quella del filo, tradita da Teseo, di Fedra, la di lei sorella, innamorata del figliastro Ippolito, di Europa, rapita da Zeus in forma di toro, di Antiope la regina delle Amazzoni, morta di morte violenta. Sono donne cretesi, fragili, come la creta; fragili, riverbera lo spettacolo, come le tante donne che ancora oggi sono tradite, violentate, uccise da uomini che credono di amarle, ma che, in verità, amano di gran lunga di più se stessi che le loro donne…" MARIO BIANCHI - Eolo-ragazzi
Per un pubblico di giovani dai 14 anni e adulti