teatro per l'infanzia e le nuove generazioni

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Approfondimenti

Una vita a matita

Le recensioni

[…] Sviluppando un’idea di fulminante stravaganza, quella di una festa di compleanno, il duo Quinzio Quiescenti e Lorenzo Covello disegna, con uno scandaglio al microscopio di dettagli insignificanti della contemporaneità e del consumismo, uno spettacolo di ironica ilarità. Due strambi scienziati in tuta bianca anatomizzano, in vari capitoli, tutti gli elementi tipici del compleanno: il pop corn, la lingua di menelik, il regalo, la torta, fino all’espressione del desiderio, ultimo atto dell’essere umano a contatto con la sua sostanza più vera. Colpisce del duo la capacità di mischiare molteplici linguaggi, creando un effetto di comico cortocircuito nell’applicazione del linguaggio freddo e asettico della scienza all’esilarante analisi di un pop corn. Ne viene fuori uno spassoso contrappunto capace di prendere in giro tanto la scienza - con il suo prendersi troppo sul serio – quanto il pop corn – simbolo della inconsistenza di un mondo che non si prende mai sul serio. E’ la vertigine del dettaglio il dominio gigantesco del particolare, l’esilarante blow up di una trascurabile inezia che diventa nonsense e rende tanto più astratto ciò che più minuziosamente viene descritto. Dall’iperrealismo scientifico si scivola così verso un surrealismo giocoso e anti-narrativo, un monumento alla scienza del paradosso. A rendere vaporoso lo spettacolo, le dinamiche controscene ispirate alle comiche del cinema muto e al circo contemporaneo, un teatro fisico fondato su una comicità che sperimenta il linguaggio del corpo con gag tanto semplici quanto efficaci. La festa di compleanno diviene quindi il pretesto per raccontare un essere umano che ha perso la sua capacità di analisi e osservazione della realtà, nella società dell’eccesso.
- Filippa Ilardo (Hystrio n.2 - 2017)

Uno spettacolo delicato, brioso, spumeggiante. L'ironica intesa fra i due attori-autori-registi travolge il pubblico. Una riflessione sul bisogno di semplicità […]
- Arianna Lomolino (Hystrio n.3 - 2017)
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Un'indagine profonda sulle gioie e le amarezze cui la società conformista di oggi ci costringe[...] Negli anni Cinquanta il “Mattatore” volle rompere con gli schemi e le tradizioni del teatro come cerimonia borghese trapiantandolo nella sede mobile per eccellenza, quella del tendone da circo. Oggi, a distanza di sessant’anni, Quiescenti e Covello invertono l’operazione coniugando comicità e giocoleria al di fuori di esso.
- Valentina Crosetto (recensito.net)
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